Il mito del pane Nella storia dell'uomo il pane ha sempre avuto un ruolo di primo piano ed è diventato sinonimo di cibo, vita e benessere, dalla nascita fino alla morte. Non avere pane significa ancora oggi avere fame, essere in difficoltà, essere povero. Già nelle epoche più remote il pane fu al centro di cerimonie religiose, leggende, miti e usanze: resosi conto di essere in balia delle forze della natura, l'uomo chiedeva l'aiuto del soprannaturale per scongiurare la fame e le carestie. Culti
religiosi Il popolo dei Sumeri, di stanza a Babilonia dall'inizio del III millennio avanti Cristo, credeva che il grano avesse un'anima e che gli dei si cibassero di cereali. In occasione di ogni pasto divino si offrivano quindi dei pani sacrificali. Gli antichi Egizi consacravano il primo campione di cereali di ogni raccolto alla dea delle messi e donavano del pane ai morti affinché potessero cibarsene nell'aldilà. A
Demetra, la dea greca della fecondità, durante la semina venivano offerti
i primi semi. Pane
nella gioia e nel dolore Pane e sale sono segno di ospitalità e anche durante le nozze sono offerti come simbolo del matrimonio e della famiglia. Nel Nuovo Testamento, spezzare il pane significa banchettare insieme (prima significava soltanto mangiare il pane). Il profondo rispetto per il pane come alimento simbolo che garantisce la sopravvivenza è un tema ricorrente di molte saghe, fiabe, poesie e racconti. Chi disprezza o lesina il pane viene punito. Nel giorno dei morti, in Messico si mangia il "pan de muertos" in loro memoria. Ogni
festa ha il suo pane Le feste di ringraziamento per il buon raccolto si celebrano tuttora in tutto il mondo. La preparazione di pani speciali in occasione di raccolti, fidanzamenti, matrimoni, nascite o battesimi è un'usanza diffusa in particolare nell'Europa centrale, e spesso si tratta di vere e proprie opere d'arte. In Belgio, Germania, Austria e Svizzera si infornano ancor oggi omini di pasta nel giorno di San Nicolao. Nella Lötschental è ancora viva l'abitudine del "Mitscha", il pane battesimale con il simbolo della croce e le iniziali di Cristo che viene offerto da padrino e madrina. Il
dolce dell'Epifania Il 6 gennaio, festa dell'Epifania, è celebrato in molti Paesi con un apposito dolce dedicato ai Re Magi. In origine si trattava di una festa paesana che gli antichi romani celebravano in onore di Saturno, dio della semina. Nel corso di un gioco si eleggeva un "re per un giorno" e si teneva un banchetto al quale anche i poveri potevano prendere parte. In seguito la tradizione si mescolò con le usanze nordiche, secondo le quali all'interno dei dolci venivano nascosti dei fagioli. Solo nel Medioevo la tradizione si tramutò nel culto dei tre Re Magi del Cristianesimo. Capodanno
e carnevale Dopo l'inizio dell'Avvento, il 6 dicembre arriva "Samichlous", San Nicolao che, in alcune zone, è anche il santo patrono dei fornai. Da secoli non esiste un Natale senza Grittbänz in Svizzera, senza Christstollen in Germania o senza panettone in Italia. Nei Balcani e in Sudamerica si adorna l'albero di Natale con croste di pane o pasta al sale. Anche i dolci speziati sono al centro di molti racconti e leggende. Già nel Medioevo si produceva il panpepato in stampi risalenti all'antichità. Nel nostro Paese sono particolarmente apprezzati i Biber, gli antichissimi biscotti al miele di San Gallo, i Leckerli di Basilea, i Lebkuchen di Berna e Lucerna e i Tirggel di Zurigo. In ricordo della seconda guerra di Villmergen del 1712, durante la quale le donne vennero in aiuto degli uomini, nella seconda domenica di ogni nuovo anno si infornano in Argovia gli anelli di pasta del "Maitli-Sunntig", e in quel giorno l'ultima parola spetta alle donne. A Rapperswil (Svizzera), durante la festa del "Rathausteilet", si distribuiscono panini in ricordo della carestia del XIV secolo. Nel Vallese e nel Ticino (Chandolin, Bagnes-Tal, Ferdea, Riva San Vitale) si svolgono cerimonie di benedizione del pane. Il 5 febbraio, festa di Sant'Agata, martire paleocristiana e santa protettrice, in alcuni comuni della Svizzera interna si cuociono in suo onore anelli di pane che vengono fatti benedire e spesso anche appesi nelle case per proteggerle dagli incendi. Il
pane e la politica
In
ambito politico il pane ha sempre simboleggiato la sicurezza e il
benessere. È famosa la frase pronunciata da Maria Antonietta, moglie del
re francese Luigi XVI, nota per la sua propensione a sperperare. Informata
del fatto che il popolo aveva fame e chiedeva pane, la regina rispose:
"Se non hanno pane, che mangino le brioches!" Poco tempo dopo
scoppiava la Rivoluzione francese. La cinica frase di Maria Antonietta è
usata ancor oggi come esempio di distanza fra i governanti e il popolo o
per attirare l'attenzione sulle ingiustizie sociali. Mahatma
Gandhi
Pane
nell’arte, arte senza pane. Che l'arte sia "senza pane", ovvero povera, è un modo di dire consolidato. Tuttavia, l'eterno tema del pane compare spesso in letteratura, pittura, cinematografia e anche musica, quasi altrettanto spesso dell'amore, e ha ispirato gli artisti fino ai giorni nostri. Gli artisti del periodo gotico e romanico rappresentavano i temi biblici della moltiplicazione dei pani e dei miracoli dei santi su capitelli, pale, vetrate e intagli. Gli artisti del Rinascimento italiano come Leonardo da Vinci, Tiziano e Raffaello realizzarono capolavori inestimabili, come la famosa Ultima Cena. Lo spagnolo Murillo e i pittori fiamminghi e olandesi Dirck Bouts, Herrimet de Bles e Gerard David hanno rappresentato nelle loro opere il pane in contesto contadino e urbano. Dal XVI al XVIII secolo il pane compare come soggetto nelle nature morte di artisti come il tedesco Georg Flegel (1568-1638), lo spagnolo Luis Melendez (1716-1780) o il francese Jean-Baptiste Chardin (1699-1779), e in epoca moderna diventa un soggetto a sé stante. Ciò è evidente soprattutto nei lavori dedicati al pane da Pablo Picasso e da Hélion, nelle opere dei surrealisti come René Magritte e Salvador Dalí o in quelle di Piero Manzoni e Claes Oldenburg. L'arte moderna ha anche inserito il pane all'interno di opere di denuncia sociale, come ad esempio la "Distribuzione di pane agli affamati" di Luca della Robbia.
La
litografia "Pane!" di Käthe Kollwitz (1867-1945) illustra in
modo impressionante la povertà delle vedove di guerra e dei loro bambini
durante gli anni della fame a Berlino (1916-1919) e già evoca il tema
della fame nel mondo. Detti
e modi di dire Non di solo pane vive l'uomo. Guadagnarsi il pane significa lavorare, e dopo aver lavorato, speriamo che nessuno ci tolga il pane di bocca. Quando un articolo si vende bene, va via come il pane; e chi lo acquista pagandolo poco, lo compra per un pezzo di pane. Se vogliamo essere schietti, diciamo pane al pane. Se vogliamo vendicarci di qualcuno, gli rendiamo pan per focaccia. In una situazione monotona, se non è zuppa è pan bagnato. Se qualcosa non è alla nostra portata, non è pane per i nostri denti. Chi ha un carattere mite è buono come il pane. Se abbiamo molte conoscenze e siamo molto attivi, abbiamo le mani in pasta dappertutto.
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